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Boez – Docufiction

Ripensare a Boez e riascoltare la sua colonna sonora, adesso, mi trasmette quella stessa sensazione di tenerezza che ho provato nelle sere in cui, prima di dormire, guardavo questa mini docu-serie. Era la fine del 2021 e l’inizio della mia esperienza in un carcere, quello di Rimini. I primi scambi con chi lo abita. Ricordo di aver pensato che Boez fosse un modo dolce di “portarsi a casa il lavoro”, di cullare sensibilità ed emozioni, rimanendo un po’ aggrappati a ciò che si era visto e sentito durante la giornata. Di Boez ricordo i colori vividi, i silenzi rumorosi e l’autenticità. 

Un esperimento firmato Rai e supportato dal Ministero della Giustizia (disponibile su RaiPlay), racconta di sei ragazzi in esecuzione penale esterna che, accompagnati da due guide, percorrono a piedi la Via Francigena del Sud, da Roma a Santa Maria di Leuca.

Il cammino diventa strumento di esplorazione di sé e degli altri, modo per raccontarsi e per condividere sogni, dolori, speranze, ricordi. La telecamera che li segue non si lascia mai sfuggire fatiche e scoperte, rabbia e tensioni, anime e cambiamenti. E il cammino diventa percorso di crescita, da fare insieme

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Ariaferma – Film

Ottobre 2021. Corro in un piccolo cinema per guardare questo film. È l’ultima sera prima che vada via. Il titolo è sulla bocca di molti. Allora ne colgo subito il valore: qualcosa che arriva, senza condizioni, al cuore di tutti. Che ti scuote in profondità, che ti convince a fermarti un attimo e riflettere. Quella sera esco dal cinema più ricca. Felice che questo film esista. 

Un film di Leonardo Di Costanzo, con Toni Servillo, Silvio Orlando ed altri impeccabili interpreti (tra cui anche degli ex detenuti). Un carcere sardo in via di dismissione. Un imprevisto: 12 detenuti dovranno rimanere per un altro po’ nella struttura prima di essere trasferiti, insieme ad alcuni agenti di polizia penitenziaria. Gli ostacoli e le necessità renderanno necessario un nuovo tipo di equilibrio tra detenuti e agenti. 

Un film intenso e denso, uno sguardo lucido e calmo alle storie umane all’interno di un carcere. Tutte le storie. Da un lato e dall’altro delle sbarre. Storie che si incontrano, si mescolano, si guardano dritto in faccia. 

Le parole del regista: «Il carcere di Mortana nella realtà non esiste: è un luogo immaginario, costruito dopo aver visitato molte carceri. Quasi ovunque abbiamo trovato grande disponibilità a parlare, a raccontarsi; è capitato che gli incontri coinvolgessero insieme agenti, direzione e qualche detenuto. Allora era facile che si creasse uno strano clima di convivialità, facevano quasi a gara nel raccontare storie. Si rideva anche. Poi, quando il convivio finiva, tutti rientravano nei loro ruoli e gli uomini in divisa, chiavi in mano, riaccompagnavano nelle celle gli altri, i detenuti. Di fronte a questo drastico ritorno alla realtà, noi esterni avvertivamo spaesamento. E proprio questo senso di spaesamento ha guidato la realizzazione del film: Ariaferma non è un film sulle condizioni delle carceri italiane. È forse un film sull’assurdità del carcere.»