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Almarina

Quando l’ho letto

Questo libricino esile e intenso quanto il mare che ha in copertina lo ha ricevuto in regalo mia sorella. In realtà è stato un regalo suggerito da me (volevo leggerlo… ho colto l’occasione!).

Lei è stata molto entusiasta di averlo letto, e per me è sempre un momento prezioso quello in cui qualcuno che di solito non si dedica a leggere o ascoltare di carcere e simili rimane profondamente colpito da un bel libro o un bel film sul tema.

Dopo di lei l’ho letto tutto d’un fiato anch’io. Ho pensato che questo racconto di interiorità, rinascita e cura dei legami fosse contenitore elegante e sensibile di significati spesso ‘scomodi’. 

Il libro

Valeria Parrella è riuscita a racchiudere in poche pagine una grande densità di contenuti ed emozioni. Qui siamo nel carcere minorile di Nisida assieme ad Elisabetta, insegnante di mezza età.

La sua storia personale travagliata incontra ogni giorno le storie dei ragazzi e delle ragazze a cui insegna; lì, in quelle aule sospese sul mare, si prova a costruire un futuro di nuovi inizi senza vecchie macchie. Ed è lì che la nostra protagonista conoscerà Almarina: le due si doneranno a vicenda un nuovo punto di partenza. 

Uno dei miei estratti preferiti

«Vederli andare via è la cosa più difficile, perché: dove andranno. Sono ancora così piccoli, e torneranno da dove sono venuti, e dove sono venuti è il motivo per cui stanno qui».

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