Categorie
Film e Serie Tv

Orange is the new black – Serie TV

Sono sicura che in moltissimi conoscono già questa serie TV, che molti altri l’avranno almeno sentita nominare mille volte. Io stessa, che non sono particolarmente amante del mainstream, ho aspettato diverso tempo prima di guardarla. Ricordo che era stato l’idolo della cerchia di amici di mia sorella minore, la quale mi ripeteva: «Non puoi non guardare, proprio tu, OITNB». Così, per conoscenza e completezza, ho iniziato a guardarla.

Era l’inizio del 2021 e il secondo (o terzo, non ricordo più) lockdown. Da un po’ mi rifiutavo di guardare “cose serie”, specie dall’inizio del periodo pandemico. Ma era anche il periodo in cui leggevo e guardavo tanto sull’argomento carcere e affini. Ho fatto una eccezione con questa serie tv, e poi l’ho divorata. Mi sono arrabbiata, ho empatizzato e pianto. Ho anche spesso pensato: «Che americanata!», ma che fosse comunque un ottimo modo – popolare e anche spesso autenticamente brutale – per parlare di carcere e far parlare di carcere. Specie per i più giovani.

OITNB è ispirata alle memorie di Piper Kerman, autrice del libro Orange Is the New Black: My Year in a Women’s Prison. Si compone di sette stagioni ed è disponibile su Netflix.

In questo caso, siamo all’interno di un carcere femminile newyorkese. Di quelli in cui si indossa la divisa color orange. All’inizio, tutto ruota attorno all’arrivo in carcere della protagonista: Piper, newyorkese dalla vita alto-borghese, si trova a dover scontare la pena di un reato commesso diversi anni prima. Succederanno tante cose e c’è molta dell’azione e dell’effetto sorpresa tipici di molte serie TV statunitensi, che senza dubbio tiene incollati allo schermo. Ma ciò che più rimane impresso, secondo me, è la rappresentazione vivida dei rapporti e delle dinamiche che vigono all’interno di un carcere ed anche tra chi vive all’interno e chi rimane all’esterno. Ma anche degli effetti che la vita carceraria ha sulle persone e sulle relazioni. E poi, c’è un’importante e costante attenzione alle storie individuali: ad ognuno dei personaggi (le donne detenute, per lo più, ma anche agenti e membri dell’amministrazione) si dedicano flashback, per raccontare e valorizzare ognuna delle storie che hanno portato fin lì.